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09/12/2012- il lutto

È morto Schicchi, il re dell’hard italiano

Fotografo, regista, imprenditore
del porno, aveva 60 anni e da tempo soffriva di diabete. Debuttò
nel settore con Ilona Staller.
Poi l’avventura politica, i guai giudiziari e le nozze con Eva Henger

Riccardo Schicchi, re dell’hard italiano, è morto a sessant’anni. Fotografo, regista e imprenditore, che fino all’ultimo ha vissuto con Eva Henger, da cui ha avuto due figli, era malato da tempo. Secondo quanto si è appreso il decesso è avvenuto nel tardo pomeriggio nel nosocomio dove era ricoverato da diversi giorni per diverse complicanze legate al diabete.

Nato ad Augusta, in Sicilia, il 12 marzo 1952, dopo l’inizio a Epoca, dove pubblica numerosi reportage fatti anche in zone di guerra, la sua carriere ha una svolta in seguito all’incontro con Ilona Staller. Con la modella ungherese prima conduce una trasmissione radiofonica sul tema del sesso e poi fonda nell’83 l’agenzia Diva Futura, dedicata al mondo dell’erotismo. Da metà Anni Ottanta in avanti è un successo dopo l’altro, a partire dalla prima vera pellicola hardcore “Telefono Rosso”, con Cicciolina protagonista, fino alle numerose pornostar che lancia verso la celebrità. La compianta Moana Pozzi, Jessica Rizzo, Malù e quella che poi nel 1994 diventerà anche la sua compagna di vita, Eva Henger, devono a lui il merito di aver “scoperte”. E con la fama, nel 1990 arriva anche l’avvenuta politica: Schicchi è tra i fondatori del Partito dell’Amore, una sorta di partito-parodia con capolista Moana, che non raggiunge il quorum per la Camera ma raccoglie comunque un notevole numero di preferenze. Ma c’è anche qualche guaio giudiziario a macchiare la lunga carriera del regista, condannato in primo grado nel 2006 a sei anni di reclusione con l’accusa di associazione per delinquere, violazione della legge sull’immigrazione e sfruttmaneto della prostituzione, e poi coinvolto anche nello scandalo Vallettopoli.

«È stato un padre per me, a Riccardo devo tutto. Per l’Italia della pornografia questo è un grave lutto», ha commentato la perdita Rocco Siffredi. «Non c’è stato nessuno come lui che ha creduto così tanto al made in Italy pornografico. Sono nato con lui, nell’agenzia Diva Futura. Avevo 20 anni quando mi scelse: sono stato l’unico uomo tra tutte le sue donne Cicciolina, Moana, Malu’, Ramba, accettato perché era un amante della bellezza».

LaStampa.it



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